Belvedere

Zona della Battagliera

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Belvedere del concentrico, il nome rievoca il luogo in prossimità del Castello, in cui fin dal periodo medioevale si svolsero numerose battaglie. Di fronte si staglia la possente mole del Castello di Carrù, restaurato negli anni Ottanta, attuale sede della Banca Alpi Marittime. Con lo sguardo si spazia lungo un ampio panorama, fino alle colline delle Langhe e alle montagne del Monregalese. Subito sotto la ‘valle del Rivo’. Nella valle del Rivo, detta così dal nome del corso d’acqua che vi scorre, si può scorgere ciò che rimane del filatoio degli Alessi di Canosio, in cui avveniva la lavorazione della seta. La cappella di S.Giobbe, presente nel complesso dell’edificio, ribadisce la destinazione del luogo, poiché il santo era patrono dei lavoratori serici. La misurata architettura settecentesca, gli eleganti e raffinati stucchi fanno della cappella uno degli spazi carrucesi più interessanti, nonostante le preoccupanti condizioni di conservazione. In anni recenti il disegno dell’edificio è stato ricondotto all’ambiente di Filippo Nicolis di Robilant.

La committenza della famiglia Canosio, nel territorio carrucese, è rappresentata da vari luoghi interessanti, in particolare dalla Vigna, la villa settecentesca di svago e delizia, definita la “Casa delle Masche”, che sorge, proprio di fronte alla Battagliera, sulla collina della Preosa, dove si accamparono le truppe di Napoleone ed è visibile dalla Battagliera. Dalla “Battagliera”, guardando verso il Castello, sul lato destro sorge il quartiere “Canneto”, dove sono ubicati edifici un tempo destinati al servizio del Castello, come la Casa Citronera e la Ghiacciaia. Altri edifici, situati ancora oltre, erano proprietà dell’onnipresente famiglia degli Alessi di Canosio. Il ‘Fontanasso, di fronte al Castello, era un tempo un ampio spazio pubblico, chiamato anche piazza Sottana o piazza del Fontanasso, dove nel dicembre 1798 fu innalzato l’Albero della Libertà, simbolo della Rivoluzione francese. Così fino al 1813 la piazza si chiamò “della Libertà”. Successivamente lo spiazzo fu venduto dal Comune ai Costa-Trinità, che lo chiusero per ampliare il giardino del Castello; la Comunità lo vendette perché intanto era sorta ‘piazza Nuova’, parte dell’attuale piazza Perotti, al di là del ponte Soprano.

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