Palazzi Storici

Palazzo-Dimora Alessi di Canosio

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Il palazzo Alessi di Canosio è composto da due edifici distinti e collegati da un passaggio aereo, che scavalca la via della Valle.
La presenza a Carrù degli Alessi è documentata fin dal XVII secolo. Gli Alessi, mercanti di bozzoli e seta, incrementano via-via la loro fortuna. All’inizio del Settecento le case in questione erano già di loro proprietà, come risulta dai testamenti della famiglia. Nel 1727 Giovanni Battista Alessi impiantò un Filatoio nella valle del Rivo sotto il Castello di Carrù, con il permesso del feudatario del luogo, l’illustrissimo conte Vittorio Amedeo della Trinità, poi Viceré di Sardegna. L’impianto del Filatoio si rivelò un’operazione più che azzeccata, che arrecò agli Alessi molto denaro e prestigio. Nell’arco di un ventennio la famiglia diventò una vera potenza economica nel paese e nel territorio circostante.
Giunse a controllare altri filatoi e ad acquistare un secondo importante ‘Mulino da seta’ a Fossano. Oltre alle proprietà terriere e immobiliari gli Alessi acquisirono nel 1747 il titolo di conti di Canosio. Il ramo fossanese della famiglia acquisì il titolo comitale di Moiola ed abitava il prestigioso palazzo già Baratta, in via Roma, oggi sede della Cassa di Risparmio di Fossano. A Carrù la figura centrale e caratterizzante della famiglia fu Paolo Felice di Canosio (1727-1800), figlio di Giovanni Battista.
Il palazzo carrucese degli Alessi, simbolica presenza di potere e prestigio, sorge su parte delle mura e delle fortificazioni medievali del concentrico, in prossimità del Castello, accanto alla Chiesa parrocchiale. Proprio per questa particolare posizione ha un aspetto spigoloso e bizzarro, ma riserva al suo interno saloni decorati di sorprendente carattere. Nel Settecento rappresentava la dimora più prestigiosa e “à la page” del concentrico carrucese.
La sistemazione dell’edificio nelle forme attuali è documentata agli anni 1758-60 e venne condotta dal pittore-scenografo Nicolao Dallamano, figlio di Giuseppe, che nel 1751 aveva dipinto la grande scenografia d’altare –mostra d’altare- nella Parrocchia. Bello il portoncino d’ingresso settecentesco, sormontato da un mascherone in pietra. Assai interessante l’atrio, dove in uno spazio esiguo le quadrature, le finte architetture, gli sfondati prospettici giocano un ruolo di ampliamento illusorio. Nei vari ambienti delicati motivi floreali, ramages, alternati ad esuberanti architetture dipinte, si accostano a scene tratte dalla mitologia: gli Dei dell’Olimpo, il carro di Diana, Venere e putti diventano presenze “domestiche” all’interno del palazzo più esclusivo della Carrù del Settecento. Alcuni soffitti sono impreziositi da cassettoni lignei dipinti. Nella camera dell’alcova le decorazioni pittoriche si alternavano a motivi in stucco dorato. Nell’Ottocento gli Alessi di Canosio, che possedevano anche un altro palazzo nel Borgo Santa Lucia, si trasferirono nel grandioso palazzo di via dei Morelli, accanto alla sede del Municipio di Carrù.

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