Belvedere

La Preosa

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Attraversava il pianalto della Preosa l’antica strada che da Carrù si dirigeva verso Bastia, il Villero e Mondovì, costituendo, in epoca medievale, la principale via d’accesso al concentrico, controllata dal Castello. Non a caso qui sorse un luogo fortificato, che ancora nell’odierno toponimo, la Cittadella, ricorda la strategica funzione d’origine; e non a caso sorge sulla Preosa la Cappella dedicata a Santa Maria Maddalena, edificio di costruzione romanica (abside con archi pensili) che conserva, inglobata nelle sue mura, una lapide romana (MAXVMQ IIIIIII VIRO CALIDIAE), attestando la frequentazione del luogo e la presenza di percorsi viari sin da tempi molto antichi.

Come ancora la costruzione che ospitava l’antico Priorato di Santa Margherita, oggi cascina Seghesio, ricorda che sulla Preosa sorgeva un ulteriore insediamento religioso, tuttora testimoniato (interno) da alcuni affreschi riferibili al XVI secolo. Ma è la Vigna dei Canosio, più conosciuta come “Ca’ dle masche” (oggi casa Gasco) la costruzione più caratterizzante dell’intera zona, col suo giardino a terrazze interamente recintato da mura: è una villa settecentesca voluta per gli ozi estivi dei committenti, i Conti Alessi di Canosio, che si arricchirono con l’impianto di un mulino da seta (ubicato nella valle del Rivo) e che avevano case e proprietà nel concentrico e nel territorio carrucese.

 I “Signori della seta” amavano questa dimora, che usavano d’estate per feste, ricevimenti e banchetti, una casa che fecero decorare con festosa esuberanza sia sui prospetti esterni caratterizzati da trompe l’oeil (larvatamente visibili tuttora), sia negli ambienti interni dove troviamo soggetti ispirati alle favole di Esopo e spunti naturalistici (entourage dei Dallamano, poco oltre la metà del XVIII sec.). Nell’aprile del 1796 le truppe francesi, guidate dal giovane Generale Napoleone Bonaparte, si accamparono nei campi della Preosa, tutt’intorno alla Vigna dei Canosio; Napoleone raggiunse il concentrico e pose il Quartier Generale nella casa dell’avvocato Pietro Antonio Massimino, mentre l’allora sindaco, il Conte Paolo Felice di Canosio apriva, riluttante, le porte della cittadina, ampiamente tassata e dove molti beni vennero requisiti per far fronte agli appetiti dei voraci conquistatori.
Dalla Preosa si gode uno dei più suggestivi panorami che il territorio carrucese offre allo sguardo: la Valle del Tanaro, il profilo delle Langhe e dei lontani orizzonti alpini, il centro storico di Carrù (che sembra toccarsi) dominato dalle imponenti moli del Castello e della Parrocchia dell’Assunta; lo skyline di campanili, tetti e comignoli sono stati spunti pittorici colti e fermati dall’occhio di molti artisti, tra cui i carrucesi Pippo, Emilio e Sandro Vacchetti.

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