Luigi Einaudi

Casa Nativa di Luigi Einaudi

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Palazzo Einaudi

Luigi Einaudi (Carrù, 24 marzo 1874 – Roma, 30 ottobre 1961) è stato un economista, politico e giornalista italiano, secondo Presidente della Repubblica Italiana. Intellettuale ed economista di fama mondiale, Luigi Einaudi è considerato uno dei padri della Repubblica Italiana. Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro delle Finanze, del Tesoro e del Bilancio nel IV Governo De Gasperi, tra il 1945 e il 1948 fu Governatore della Banca d'Italia.
L’ORIGINI DEGLI EINAUDI La famiglia Einaudi affonda le sue radici nella vallata alpina cuneese della Valle Maira, dove il cognome è tuttora molto diffuso. Questa montagna ha strette gole e brevi radure inserite in un paesaggio pittoresco e selvaggio, solcato dal torrente Maira, custode di un ricco patrimonio artistico e della tipica parlata occitana. Nel piccolo centro della media Valle Maira, a San Damiano Macra, il 7 aprile 1839 nasce Lorenzo Einaudi, padre di Luigi. Dall’atto di nascita si apprende che i genitori svolgono la professione di negozianti. Raggiunta l’età adulta, Lorenzo Einaudi decide di lasciare le montagne di San Damiano Macra, per trasferirsi in pianura alla ricerca di un lavoro stabile. Così giunge a Carrù, alla porta delle Langhe. Nella seconda metà dell’Ottocento il paese presenta un assetto urbano a fitta trama disposto a ventaglio convergente verso il castello, con un profondo avvallamento naturale percorso dal torrente Rivo. Dal censimento del 1881, Carrù conta circa quattromila abitanti distribuiti tra il Capoluogo e le frazioni Frave, San Giovanni e Ronchi. Ancora fiorente è il mercato dei bozzoli, alimentato dall’allevamento dei bachi da seta. Tra fine Ottocento e Novecento si assiste alla fioritura di medie e piccola attività economiche, ma persistono momenti di crisi e situazioni di miseria. L’incalzante progresso economico porta i lavori di costruzione della nuova linea ferroviaria Torino-Bra-Ceva-Savona.Il paese è attivo e vivace, e guarda con fiducia al suo futuro.
LA FAMIGLIA EINAUDI A CARRU’ Si ignora l’anno esatto della partenza di Lorenzo da San Damiano Macra, ma si può datare l’arrivo a Carrù verso la fine degli anni sessanta dell’Ottocento. Il primo riferimento a suo nome compare a partire dal1869 per l’attività di esattore a Carrù. Ma è a Dogliani, situato a pochi chilometri da Carrù, che la vita del giovane esattore conosce una svolta decisiva. Il 23 novembre 1871, Lorenzo Einaudi sposa Placida Fracchia, doglianese. Per alcuni anni la giovane sposa Placida è insegnante di scuola elementare. Dopo le nozze gli sposi vanno a vivere a Carrù, dal 1871 fino al 1879, anno della nascita dei figli abitano in una casa d’affitto sul Baluardo di Mezzogiorno o Mezzodì al numero 100 separata dal concentrico dall’avvallamento del Rivo. Successivamente, dal 1800 al 1888, anno della morte di Lorenzo, gli Einaudi abitano nel Palazzo sulla Piazza Nuova al numero 20, il grande spazio pubblico formatosi con il riempimento del fossato.
LA PROFESSIONE DI ESATTORE L’esattore Lorenzo Einaudi è concessionario del servizio di riscossione delle imposte nella circoscrizione esattoriale dei comuni del mandamento: Carrù, Magliano Alpi, Clavesana e Piozzo. Nel corso della sua reggenza gestisce una complessa attività contabile: incassa i redditi e paga le spese per conto dei Comuni. L’ufficio dell’esattore di Carrù ha sede al piano terra del grande palazzo affacciato sulla Piazza Nuova. Come attestano i documenti d’archivio, Lorenzo Einaudi regge l’esattoria del mandamento di Carrù nell’arco di tempo, che va dal 1869 al 1887. Nel corso di questi diciannove anni, per ciascun esercizio finanziario, gli avvisi, i mandati di pagamento, i registri dei conti esattoriali riportano fedelmente il suo paziente lavoro di riscossione delle tasse.
LA NASCITA DEI FIGLI Dal matrimonio di Placida e Lorenzo Einaudi nascono sei figli, che vengono tutti alla luce nella casa sul Baluardo di Mezzogiorno al numero 100 a Carrù. Il 14 settembre 1872 la moglie Placida partorisce due figlie gemelle: la prima nata, Benedetta, muore il giorno stesso e la seconda nata, Felicita, si spegne a soli tredici mesi di vita e il suo cadavere viene sepolto nel cimitero di Carrù. Dopo la morte prematura delle due gemelle, il 24 marzo 1874 nasce il figlio Luigi Numa Lorenzo Luca Einaudi.


La nascita di Luigi avviene in una stanza quadrata, posta all’angolo della casa, che ancora oggi conserva il soffitto a padiglione ribassato, il palchetto in legno e i vecchi serramenti. Lungo una parete si trova un armadio a muro, di modesta profondità, chiuso da una robusta porta di legno, che serve da guardaroba. Il 27 marzo 1874, nella Chiesa parrocchiale di Carrù, viene battezzato Einaudi Luigi Numa Lorenzo Luca. Luigi, il primo nome del neonato, riprende quello del nonno materno padrino di battesimo; originale la scelta del secondo nome Numa, che revoca Numa Pompilio, re di Roma; poi vengono Lorenzo come il padre e il nonno paterno e infine Luca, dal nome della madrina di battesimo Lucia. Due anni dopo, il 29 luglio 1876, nasce il fratello Costanzo Felice e infine le due sorelle Annetta il 6 marzo 1878 e Paolina il 29 luglio 1879.

LE SCUOLE ELEMENTARI A CARRU’ Luigi Einaudi frequenta le scuole elementari della pubblica istruzione istituita dalla Legge Casati, espressione degli ideali risorgimentali, che dà inizio alla storia dalla legislazione scolastica. La nuova scuola pubblica è affidata alla gestione dei singoli comuni, ma i provvedimenti imposti gravano sui bilanci comunali e vengono attuati con gradualità e lentezza. Accanto alle scuole elementari del Capoluogo, progressivamente sorgono nuove scuole comunali nelle frazioni Ronchi, San Giovanni, Frave e Bordino. Nell’anno 1880-81 il bambino frequenta la classe prima maschile delle scuole elementari, diretta dal maestro Giuseppe Vacchetti.. Nel registro annuale, in ordine alfabetico al numero dieci, si trova il nome di Luigi Einaudi. Mancano purtroppo il registro mensuale relativo alle classi prima e seconda, che riporta i voti delle singole materie assegnati nei diversi giorni del mese. Nel registro annuale, però, sono riassunti i voti meritati per ciascun mese, i risultati dell’esame di metà anno e dell’esame annuale.
Nei documenti relativi alle classi prima e seconda sono riportati i voti brillanti assegnati al piccolo Luigi: nel corso dei mesi i punti meritati nelle materie sono elevati (frequentemente 8,9 e 10), così come i risultai degli esami, che assicurano la promozione finale. Si desumano, inoltre, le materie di insegnamento e quelle degli esami: Catechismo, storia sacra, saggio di letteratura e scrittura, grammatica, composizione, aritmetica, sistema metrico e tenuta dei libri, geografia e storia nazionale, nozioni di scienze naturali, lavori femminili. Il nome di Luigi compare anche nel registro di iscrizione alla classe terza per l’anno scolastico1882-83, ma purtroppo non si sono conservati i rispettivi registri mensuale e annuale. Il maestro elementare della classe prima è Giuseppe Vacchetti, padre degli artisti carrucesi Pippo, Emilio e Sandro. Tra i compagni di scuola di Einaudi vi è Filippo (Pippo) Vacchetti, noto pittore di nature morte; tale nome compare in tutti i tre registri scolastici. Anche il fratello Costanzo riceve lo stesso insegnamento del fratello, mente le sorelle ricevono l’istruzione femminile impartita dalle suore sempre a Carrù.
L’INFAZIA IN PAESE Nel corso dell’infanzia vissuta a Carrù, l’educazione familiare impartita al piccolo Luigi si ispira ai solidi valori morali e civili. Sono sentimenti forti, come il rispetto e l’amore dei figli per i genitori, il senso del dovere e del sacrificio, l’onore personale e l’amore per la propria terra. Una grande considerazione è riservata all’impegno nello studio e alla dedizione per il lavoro quotidiano; il frutto

del duro lavoro va custodito gelosamente con un risparmio oculato. Il documento più antico, significativo dell’educazione ricevuta, è proprio un libretto di risparmio postale intestato a Luigi Einaudi emesso dall’Uffizio di Carrù. Ma il culto del risparmio non esclude gli atti di beneficenza e il sentimento di carità a favore di persone bisognose e indigenti. Come molti bambini del paese, anche Luigi e il fratello Costanzo trascorrevano piacevoli ore di svago all’oratorio; affianco alle funzioni religiose, che rappresentano occasioni concrete e autentiche di crescita morale per i ragazzi, si intervallano momenti di divertimento. Nei giorni d’inverno, all’uscita da scuola, gli scolari scivolano lungo la rocche Petiti e Cannata usando le cartelle a mo’ di slitte; mentre nei pomeriggi estivi nugoli di ragazzi prendevano d’assalto la Battagliera, all’ombra dell’austero castello, in cui avevano luogo battaglie e guerre degne degli antenati. Dall’appartamento al primo piano, in cui vive la famiglia, Luigi aveva modo di contemplare la grande Piazza Nuova che si trasformava in un ampio palcoscenico di vita paesana e contadina, che riserva scene di forte impatto visivo.

DA CARRU’ A SAVONA Per Luigi Einaudi è giunto il tempo di lasciare il paese: concluso il ciclo elementare, inizia un nuovo corso di studi lontano da casa. Nel 1883 il padre Lorenzo redige una domanda al rettore del Reale Collegio-Convitto delle Scuole Pie di Savona per iscrivere il figlio al ginnasio. Dopo aver frequentato le tre classi elementari a Carrù e il corso di istruzione paterna, a soli nove anni Luigi entra nel collegio di Savona per frequentare il corso di istruzione dei Padri Scolopi. Tre anni dopo il fratello lo raggiunge seguendo la medesima istruzione. Dalla scuola di Savona il piccolo Luigi scrive la sua prima lettera ai genitori a cui rivolge parole di affetto.
 “Questa è la prima volta che da un paese lontano da quello che voi siete vi scrivo. In quella sera che mi separai da voi mentre io ero nella camera del padre Pissarello venne il fornitore degli abiti, e prese la misura a me e a due altri. Poi ci condusse dal cappellaio per farci prendere la misura del capello e quindi ci accompagnò verso il porto raccontandoci delle piacevoli storielle […]. Udendo la benedizione talvolta mi veniva voglia di piangere ed a fatica la reprimeva. Andato a letto piansi un poco, ma poi mi addormentai e più non mi svegliai che al segnale della levata […]. Domani, lunedì, il mio maestro mi dirà se posso stare in prima ginnasiale o andare in quarta elementare […]. Carissimi genitori ricevete un bacio e un abbraccio dal vostro affezionatissimo Luigi.” La corrispondenza dei genitori continua nel corso degli anni di collegio e accompagna il figlio nel suo percorso di istruzione e crescita.


ALLE SCUOLE PIE DEI PADRI SCOLOPI Nell’ottobre 1883 il giovane studente carrucese supera gli esami di ammissione alla prima ginnasiale e inizia così la frequenza del ginnasio e alla nuova vita in collegio. Nei registri scolastici, dalla classe prima alla quinta, sono trascritti tutti i voti dei cinque bimestri suddivisi per condotta, studio e scritto delle seguenti materie d’insegnamento: italiano, versione dal latino e dall’italiano, greco, storia e geografia, aritmetica e scienze naturali. I giudizi ottenuti sono eccellenti: compaiono solo alcuni 7 e prevalgono ampiamente gli 8 e 9 con punte di 10. Nel 1887-88 arriva il fratello Costanzo e solamente tre anni di corso separano i due fratelli. L’istituto savonese è molto rinomato, è frequentato da numerosi studenti provenienti soprattutto dalla Liguria e Piemonte, ma anche da altre regioni italiane e persino da paesi stranieri. Nel 1888, anno della licenza, lo studente quattordicenne conquista il prestigioso titolo di principe dell’accademia per aver riportato i migliori voti e miglior condotta. In speciali elenchi sono riportate le date di partenza per le vacanze che riportano il giovane studente dalla propria famiglia a Carrù, condividendo per un breve periodo l’attività dei genitori e la vita di paese.
LA MORTE DEL PADRE Nel corso del 1887 Lorenzo Einaudi accusa dolori e gonfiori alle gambe, soffre di seri problemi alla circolazione sanguigna degli arti inferiori. La moglie Placida collabora sempre più assiduamente, con il marito, alla riscossione delle imposte presso i contribuenti a alla gestione quotidiana dell’ufficio di esattoria. Ma la situazione precipita. L’uomo muore il 12 gennaio 1888, solo quarantotto anni, lasciando la moglie e quattro figli in giovane età. Luigi è appena un ragazzo adolescente di quattordici anni e la sorella minore non ha ancora compiuto nove anni. Il decesso avviene a Carrù, nella casa in Piazza Nuova al numero 20. Lorenzo Einaudi munito dei sacramenti della penitenza, eucarestia ed olio santo, viene sepolto il 13 gennaio nel cimitero del paese. La triste notizia raggiunge Luigi e il fratello Costanzo al collegio delle Scuole Pie di Savona. Un grande dolore colpisce improvvisamente i due giovani studenti, che ricevono il conforto umano e religioso dall’intera comunità dei Padri Scalopi. I compensi dell’esercizio dell’annata 1887 portati a termine vengono rimborsati alla moglie per una cifra pari a 1030 lire, mentre solo dieci anni dopo la morte dell’esattore si sarebbe giunti allo svincolo della cauzione prestata a garanzia per l’attività esattoriale. Della lunga attività del padre, il figlio Luigi conserva gelosamente la ciottola di legno, con cui vengono raccolte le monete delle tasse; il recipiente è simile a una grande tazza con curiosa forma tondeggiante. “Dopo la morte di mio padre, mia madre ritornò a Dogliani, dove era nata e dove vivevano i suoi…”. Placida Fracchia, vedova Einaudi, attraversa un grave momento di difficoltà: si trova senza lavoro e con quattro figli a carico. Decide cos’ di ritornare a Dogliani, suo paese d’origine a poca distanza da Carrù, nella casa di famiglia situata nel centro storico, dove vivono i genitori e il fratello. Il periodo trascorso a Dogliani nella casa dei nonni materni resta impresso nella memoria, in particolare lo zio che esercita una forte influenza sul nipote Luigi. Rimasto vedovo, diventa un secondo padre per l’orfano quattordicenne e con la sua personalità domina il processo di maturazione del ragazzo.
PROSEGUO DEGI STUDI E PRIMI ANNI DI CARRIERA LAVORATIVA Dopo aver studiato a Savona, viene mandato al convitto nazionale Umberto I di Torino e si diploma al Liceo classico Cavour di Torino con i massimi voti, per poi compiere gli studi universitari presso l'ateneo della stessa città, dove frequenta il Laboratorio di economia politica di Salvatore Cognetti de Martiis. In quegli anni si avvicina al movimento socialista e collabora con la rivista "Critica sociale", diretto da Filippo Turati. La collaborazione con "Critica sociale" dura un decennio e si conclude con il distacco dai socialisti e il progressivo spostamento, a partire dai primi anni del Novecento, su posizioni sempre più apertamente liberiste. Nel 1895 ottiene la laurea in giurisprudenza. Copre la cattedra di Scienza delle finanze all'Università di Torino, l'incarico di Legislazione industriale ed economica politica del Politecnico di Torino e l'incarico di Scienza della finanza all'Università Bocconi di Milano. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, soprattutto nelle materie economiche, alcune delle quali tradotte nelle principali lingue straniere. Viene nominato Senatore del Regno nel 1919. Nel 1925 è tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce. Redattore de La Stampa di Torino e del Corriere della Sera di Milano fino al 1926, lascia l'attività giornalistica dopo l'avvento del fascismo. È però corrispondente finanziario ed economico del settimanale The Economist. Dopo il 25 luglio 1943 torna a collaborare a Il Corriere della Sera. All'indomani della caduta del fascismo viene nominato rettore dell'università di Torino. Dopo l'8 settembre 1943 si rifugia in Svizzera dove scrive le "Lezioni di politica sociale"; rientra in Italia il 9 dicembre 1944; in questo periodo ha redatto una serie di articoli economici e politici per Il Risorgimento Liberale. Nominato Governatore della Banca d'Italia, ricopre l'incarico dal 5 gennaio 1945 all'11 maggio 1948. Pur essendo un convinto monarchico viene nominato componente della Consulta Nazionale dal 1945 al 1946. Viene eletto Deputato all'Assemblea Costituente nel 1946 come rappresentante dell'Unione Democratica Nazionale e dà un autorevole contributo ai lavori. È Senatore di diritto del Senato della Repubblica nel 1948 ai sensi della terza disposizione transitoria della Costituzione. Nel IV Governo De Gasperi (1947-1948) è Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Finanze e del Tesoro e successivamente (1947), Ministro del Bilancio (conservando l'incarico di Vice Presidente). La sua politica economica di quegli anni, caratterizzata da una diminuzione della tassazione interna e dei dazi doganali, pose la basi per il boom economico degli anni cinquanta e sessanta.


ELEZIONI A PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Viene eletto secondo Presidente della Repubblica Italiana l'11 maggio 1948 (al quarto scrutinio con 518 voti su 872). Inizialmente il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi aveva candidato il ministro degli Esteri Carlo Sforza; la candidatura era appoggiata anche da una parte del fronte democratico-laico, ma incontrava la netta opposizione delle sinistre. Sebbene sulla carta disponesse di un'ampia maggioranza, Sforza non riuscì a ottenere i voti di tutti i parlamentari democristiani: contraria era in particolare la corrente di sinistra guidata da Giuseppe Dossetti. Dopo i primi due scrutini la dirigenza democristiana prese atto delle difficoltà incontrate da Sforza e decise di candidare Einaudi. La nuova candidatura incontrò la disponibilità dei comunisti a sostenerla. Allo scadere del mandato, nel 1955, diviene Senatore a vita. Tra le opere pubblicate dopo la fine del mandato presidenziale, ha molto successo il volume di ricordi Lo Scrittoio del Presidente.


IL LEGAME CON LA TERRA D’ORIGINE
Nel corso degli anni Luigi Einaudi conserva sempre un forte legame con la sua terra d’origine, Carrù e Dogliani, dove acquista la Villa San Giacomo. Forte del legame con Carrù, lo stesso anno della sua proclamazione a presidente della repubblica, Einaudi programma una visita ufficiale a Carrù. Domenica 19 settembre 1948 giunge all’ingresso del paese, dove l’accolgono il sindaco Govone e il generale Curreno. “Archi trionfali, profusioni di fiori, sventolio di bandiere danno alla cittadina un aspetto festoso; nei volti dei Carrucesi c’è un senso di contenuta fierezza: i convenuti da ogni dove, specie dai paesi circonvicini, danno animazione insolita alle strade e piazze” Il neo presidente della repubblica viene ricevuto da molte autorità civili e militari nella sala consigliera del comune, dove il sindaco gli offre una pergamena artistica realizza dal pittore Emilio Vacchetti(fratello di Pippo suo compagno di scuola). Dopo il rinfresco, Einaudi partecipa alla deposizione di corone alle lapidi dei caduti della guerra 1915-18 e della liberazione. Si dirige poi verso la Chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta per assistere alla messa, accolto sulla soglia dal parroco don Oderda. Come prevede il programma di visita ufficiale, il corteo delle autorità raggiunge la via principale del paese: un grande palco è eretto a lato della casa, dove nel 1874 è nato il presidente. Il sindaco Govone annuncia che per deliberazione del consiglio comunale il corso davanti alla casa natale venga intitolata a Luigi Einaudi e sulla facciata dell’edificio sia collocata una targa a suo ricordo. Il presidente assiste con viva emozione allo scoprimento della lapide in marmo affissa sulla palazzina decorata per l’occasione con le bandiere della repubblica italiana. Il generale Curreno gli offre in omaggio un quadro del pittore Emilio Vacchetti, che ritrae un suggestivo panorama di Carrù, e un album di firme dell’intera popolazione carrucese. Nei locali dell’asilo infantile il presidente visita la mostra agraria artigiana, in cui sono esposti i prodotti di Carrù e del suo mandamento, e ammira la mostra postuma del compagno di classe divenuto pittore Pippo Vacchetti. Inoltre inaugura anche la targa in marmo, con cui intitola una via del paese alla memoria dello stesso artista Pippo Vacchetti. Nel pomeriggio si svolge la visita all’ospedale civico, dove Einaudi e Donna Ida sostano al capezzale degli ammalati. Infine, con un ristretto numero di personalità, raggiungono il castello di proprietà del generale Curreno, dove si scopre la lapida commemorativa del figlio Giacomo Curreno, il partigiano Gimmy, fucilato dai tedeschi, medaglia d’oro al valore militare. La mattina seguente presso il castello si consuma una colazione intima, prima della partenza prevista per il primo pomeriggio sempre acclami dalla folla.

PENSIERO POLITICO Per Einaudi, il liberalismo deve svilupparsi concretamente in tutti gli aspetti della vita politica, sociale ed economica di un uomo. Introduce alcune novità nella politica economica dei liberali italiani; a suo parere vi è una mutua implicazione tra liberalismo e liberismo, discostandosi in questo dalle teorie di Benedetto Croce, che preconizzava il liberalismo italiano come un affare innanzitutto morale: la parola liberismo, infatti, non esiste nella lingua inglese ed è creata appositamente da Benedetto Croce per differenziare libertà civili e libertà economiche. Il liberismo non è semplice economicismo. Rifacendosi ai classici anglosassoni del pensiero liberale (John Stuart Mill e John Locke su tutti), Einaudi esalta l'individualità, la libertà d'iniziativa, il pragmatismo. Le libertà civili sono inscindibili dalle libertà economiche. Le situa in un rapporto di interdipendenza: ciascuna libertà può emergere solo in presenza delle altre libertà. La libertà funziona solamente laddove è esplicata nella sua completezza: un liberale "completo" è anche "liberista", perché tenta di applicare una reale corrispondenza tra ideale di libertà e società concretamente libera.
Secondo Einaudi, in un regime statalista la vita sociale ed economica è destinata alla stagnazione: l'individuo si perfeziona solo se è libero di realizzarsi come meglio crede; il liberalismo educa gli uomini perché insegna loro ad auto realizzarsi. La meritocrazia risulta strettamente connessa a un'economia di mercato: l'individuo più competente o creativo può rendere migliore l'azienda e quindi viene assunto. L'autorealizzazione può portare allo scontro tra individui con interessi concorrenti. Questo genere di lotta è però una lotta di progresso: gli uomini sono così costretti ad assumersi la responsabilità (guadagni e fallimenti) delle proprie imprese economiche, senza gravare su altri individui, come invece accade in uno stato assistenziale. L'ideale liberale è un ideale in costante mutamento: può essere oggetto di critica perché nasce e si nutre di ideali concorrenti. Il liberalismo vive del contrasto, con l'eccesso di statalismo, si rischia di "impigrire" l'individuo. Portato a disinteressarsi e a non assumersi responsabilità, si lascerà "trasportare dalla corrente", accettando con fatalismo anche illegalità e cattivi servizi, percependoli come prassi. Il liberalismo, diversamente, è una pratica più dura, ma, attraverso l'autorealizzazione, riesce a responsabilizzare i cittadini. Una società libera ha bisogno di istituzioni minime e basate sulla trasparenza, in modo che siano più vicine al cittadino e da lui facilmente utilizzabili o contestabili: federalismo e decentramento rispondono bene a queste esigenze; Einaudi punta ad un federalismo europeo, con ciò a dire una sola politica economica, un forte esercito europeo in grado di tenere a bada le pressioni provenienti da oriente e in grado di confrontarsi paritariamente con gli USA. Non vuole la dissoluzione dei singoli Stati, ma auspica una federazione europea dotata di varie libertà, soprattutto economiche.
MORTE Il 30 ottobre 1961, a Roma, viene a mancare Luigi Einaudi. A Carrù viene istituito tre giorni di lutto cittadino, per commemorare la scomparsa del grandioso concittadino.

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